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La strategia energetica regionale nel quadro dei Fondi Strutturali

 

La strategia energetica regionale nel quadro dei Fondi Strutturali

L'attività della Regione del Veneto in materia di energia ha preso l'avvio verso la metà degli anni '70 quando, dopo la prima grande crisi energetica successiva al conflitto arabo-israeliano, la riduzione della disponibilità di petrolio ha indotto lo Stato Italiano ad adottare norme sul contenimento dei consumi energetici.

L'azione si è svolta in una duplice direzione: da un Iato si sono elaborate delle norme  obbligatorie  con lo scopo di contenere i consumi negli edifici di nuova costruzione (legge 373/1976), dall'altro sono stati previsti incentivi per il contenimento dei consumi e l'uso di fonti rinnovabili nell'industria, nell'agricoltura e negli edifici esistenti (legge 308/1982 e legge 10/1991).

In entrambi i casi il ruolo della Regione è stato di attuazione delle leggi statali poiché la Costituzione Italiana non assegnava alle Regioni competenza in materia di energia. Quindi ha svolto prevalentemente compiti di gestione di agevolazioni statali per lo sviluppo delle fonti rinnovabili di energia ed il contenimento dei consumi energetici.
In questo ruolo la Regione del Veneto dal 1984 al 1995 ha erogato contributi per la produzione di energia da fonti rinnovabili e per il risparmio energetico nei settori delle attività produttive, dell'edilizia privata e dell'agricoltura per un ammontare di circa 60 milioni di euro, finanziando circa 28.000 interventi e attivando investimenti per circa 360 milioni di euro.
Dall'analisi degli interventi finanziati risulta che si è ottenuto un risparmio energetico di circa 515.000 Tep/anno (tonnellate equivalenti di petrolio) con un tempo di ritorno degli investimenti, il cosiddetto "pay bak time", variabile da 2 a 3 anni nel settore industriale ed artigianale e di 5 anni nel settore agricolo. 

Valutando la vita utile degli impianti in 8 -10 anni, l'investimento medio necessario per risparmiare una tonnellata di petrolio è stato di 70 - 80 euro.

Dal 1998 alle Regioni sono state attribuite nuove funzioni, anche di tipo autorizzativo, in attuazione del cosiddetto "federalismo amministrativo".

Il processo di progressivo decentramento delle competenze dallo Stato alle Regioni è  proseguito con la legge costituzionale n. 3/2001: la produzione, il trasporto e la distribuzione nazionale dell'energia, vale a dire la componente "sostanziale" del mercato dell'energia, da materia esclusiva statale è divenuta oggetto di legislazione "concorrente".
Le Regioni, oltre a poter legiferare nel dettaglio, possono ora partecipare alla redazione delle leggi statali di principio e dare direttamente attuazione alle direttive comunitarie in materia.

Attualmente la Regione del Veneto sta predisponendo il Piano Energetico Regionale. Con riferimento al 2002 si rileva che i consumi totali del Veneto sono stati di 15,344 Milioni di Tep pari al 11 ,26% dei consumi nazionali; di questi l'energia elettrica ne rappresenta circa un terzo. In Veneto l'energia elettrica è prodotta per circa l'86% con combustibili fossili (olio combustibile 59,8%, gas naturale 24,8% carbone 15,4%) e per circa il 14% da fonte idroelettrica.

 

La direttiva comunitaria 77/2001/CE assegna all'Italia l'obiettivo di produrre entro il 2010 il 22% dell'energia elettrica utilizzando fonti rinnovabili. Quindi la Regione dovrà impegnarsi per raggiungere l'obiettivo fissato. La direttiva è stata recepita con il D.Lgs. 387/2003 ma mancano quasi tutti i suoi decreti attuativi ed in particolare le linee guida relative all'autorizzazione unica prevista dall'art. 12 non sono state ancora emanate.

 Per incrementare la quota di energia elettrica prodotta utilizzando le fonti rinnovabili, la norma statale sopraccitata agisce in due direzioni: incentiva finanziariamente tali iniziative e semplifica le procedure autorizzative.

 A livello statale le incentivazioni finanziarie derivano, per gli impianti di taglia maggiore, dai certificati verdi (97,00 €/MWh), mentre per gli impianti fotovoltaici di taglia minore, ossia tra 1 e 20 kW, dal conto energia o dallo scambio sul posto (conguaglio annuale tra l'energia prodotta e l'energia consumata).

 I nodi critici che il Veneto deve affrontare sono numerosi e tutti di grande rilievo:

 

1) L'analisi della qualità di energia elettrica che dovrà essere prodotta nella Regione in un'ottica di programmazione pluriennale, in base alla valutazione della crescita della domanda;

2) La liberalizzazione dell'autoproduzione di energia da parte delle piccole imprese, l'incentivazione delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico, nel rispetto degli obblighi ambientali e di sicurezza;

3) La gestione del sistema idroelettrico, che integri la produzione di energia, l'irrigazione e l'uso potabile;

4) La razionalizzazione delle linee elettriche;

5) L'applicazione della direttiva comunitaria sulla certificazione degli edifici, recepita dal D.Lgs. 192/2005, quale strumento per stimolare l'uso razionale dell'energia nel settore degli usi civili.

 

Sicuramente un campo dal quale le politiche congiunte di formazione e informazione e di incentivazione finanziaria potranno conseguire i migliori risultati è quello dell'efficienza energetica nel settore civile cioè residenziale e terziario.

Per limitare l'analisi alla sola parte residenziale, escludendo quindi gli edifici industriali e del terziario, si osserva che in un'abitazione media italiana i consumi energetici sono così suddivisi:

 

  • riscaldamento 65 %
  • produzione di acqua calda sanitaria 14% .
  • usi di cucina 10,0%­
  • usi elettrici 11 %

 

In Veneto il 34% dei consumi energetici di fonti primarie è attribuito al settore civile. La percentuale è leggermente più alta della media Italiana a causa dei maggiori consumi per riscaldamento determinati della posizione geografica della regione; inoltre da qualche anno occorre computare tra i consumi energetici degli edifici una quota sempre più rilevante di energia elettrica per la climatizzazione estiva. É evidente quindi che, avendo a disposizione modeste quantità di energia di elevato valore economico, infatti un impianto fotovoltaico di 3 kW ad uso familiare può costare oggi intorno ai 18/20 mila euro, maggiore attenzione deve essere posta per non sprecare tale costosa risorsa.

 

Andando ad esaminare inoltre quale peso energetico compete al settore civile si può capire quale potrebbe essere la ricaduta in termini di contenimento dei consumi energetici se si riuscisse a ridurre del 50% la domanda attuale, obiettivo che sembra ambizioso ma invece può essere raggiunto con uno sforzo economico neanche troppo impegnativo.

 

Consumi finali per usi energetici

  • Civile                         34.6%

  • Industria                    32.2%

  • Trasporti                   30.7%

  • Agr. e pesca               2.5%

 

Uno studio condotto in Italia (Enea 2004) stima un fabbisogno energetico medio solo per il riscaldamento di un'abitazione pari a circa 1 Tep/anno.

Considerato che all'incirca occorrono 5 Tep per la sua costruzione, ne deriva che un'abitazione media in 5 anni consuma, solo per essere riscaldata, l'energia necessaria per costruirla; questo tempo si riduce anche a 3 anni se si considerano tutti i consumi energetici.

Per riferirci alla Regione del Veneto il Rapporto statistico 2005 - che utilizza i dati del censimento 2001 - indica in 560 milioni di mc il volume residenziale (22% dell'intero patrimonio residenziale italiano) costruito per il 40% tra il 1961 e il 1981, in un periodo quasi tutto precedente le due grandi crisi energetiche del 1973 e 1979 e quindi con scarsa o poca attenzione ai consumi energetici, con una superficie media di 110 mq ed un consumo annuale di energia pari a 1,6 Tep.

E' evidente da questi pochi dati quale ampio margine il settore residenziale possa offrire alle azioni di contenimento energetico e contenere i consumi significa anche ridurre le emissioni in atmosfera con indiscutibili benefici sulla qualità dell'aria.

L'attuale situazione economica non consente di prevedere la disponibilità di rilevanti incentivi finanziari nel settore del contenimento dei consumi energetici pertanto il ruolo della Regione in questo settore sarà essenzialmente quello di attuare la normativa nazionale sul rendimento energetico in edilizia, di diffondere gli esempi di corretti interventi edificatori attraverso il finanziamento di progetti pilota e di far conoscere le migliori proposte progettuali realizzate.

Non a caso è stata fatta questa breve digressione nel settore dell'edilizia, in quanto serve per comprendere che l'utilizzo delle fonti rinnovabili ha senso se nel contempo si persegue una azione di contenimento dei consumi energetici, ossia si deve procedere di pari passo con l'uso razionale dell'energia ed il contenimento dei consumi, altrimenti la quota di energia prodotta con il solare termico o fotovoltaico, con la geotermia e le biomasse lignocellulosiche sarà sempre una piccola percentuale rispetto alla domanda.

Una diversa e attenta valutazione merita la produzione di energia da fonte idraulica. Attualmente in regione si produce circa il 14% dell'energia consumata, utilizzando impianti idroelettrici di grande dimensione alimentati da serbatoio di invaso, quale ad esempio quello di Soverzene, realizzati perlopiù in provincia di Belluno, con una potenza installata complessiva di circa 1100 MW. Il potenziale idroelettrico della regione si può ritenere esaurito e non sono ipotizzabili nuovi impianti di grandi dimensioni. Ma invece sono tornati di interesse le minicentrali, cosiddette minydro, ad acqua fluente o le turbine a bulbo sommerso che possono sfruttare piccoli salti e sono quindi installabili anche in corsi d'acqua pedemontani. Inoltre la riattivazione di vecchie centraline o !'inserimento di macchine idrauliche su condotte d'acquedotto possono completare lo sfruttamento intelligente e compatibile di una risorsa disponibile senza grandi investimenti e modesti impatti ambientali ma con un ritorno finanziario positivo a vantaggio della comunità residente. Tre esempi significativi sono la centralina appena inaugurata di Canale d'Agordo, quella attiva di Chies D'Alpago che utilizza l'acqua drenata dalla massa franosa del monte Teverone per contenere il ben noto movimento franoso e quella in fase di avvio di S.Nicolò di Comelico.

La semplificazione normativa introdotta con l'art. 83 bis della L.R. n. 11/2001 più volte ricordata in varie occasioni, è stata proposta dalla nostra struttura per ridurre da qualche anno a qualche mese i tempi di autorizzazione alla realizzazione di particolari tipologie di impianti idroelettrici: l'aver previsto che l'uso idroelettrico, qualora aggiuntivo ad altri usi già oggetto di concessione, è possibile solamente presentando al Genio Civile competente una dichiarazione di inizio attività, ha dato l'avvio alla realizzazione di numerose centraline idroelettriche su condotte di acquedotto ottenendo quindi una apprezzabile produzione di energia ad impatto ambientale non significativo; infatti la portata nelle condotte non è elevata ma il salto di pressione disponibile è notevole, si può infatti arrivare a alcune centinaia di metri. La nostra regione è stata la prima in Italia ad applicare su larga scala tale semplificazione.

I Fondi Strutturali sono un indispensabile aiuto per poter percorrere questa strada, inoltre senz'altro positiva è la decisione di aver preferito, per la prossima programmazione 2007 - 2013, gli aiuti orizzontali a quelli regionali, incentivando cioè particolari tipologie di interventi indistintamente su tutto il territorio regionale; l'efficacia sul territorio veneto del piano operativo di imminente avvio dipenderà dall'intensità della dotazione finanziaria della quale il settore delle energie rinnovabili e dell'uso razionale dell'energia potrà disporre.

L'incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta uno degli obiettivi di maggiore importanza fissati dall'Unione Europea per la diversificazione e la sostenibilità . delle fonti energetiche ed il contenimento delle emissioni climalteranti. Una strategia ed un piano di azione comunitari sulle fonti rinnovabili sono stati elaborati fin dal 1997 nel "Libro Bianco" che proponeva l'obiettivo di raddoppiare la quota dell'energia prodotta da fonti rinnovabili rispetto al consumo interno lordo deIl'U.E. al fine di passare dal 6% del 1997 al 12% nel 2010. Limitatamente alla sola produzione di energia elettrica, la direttiva 2001/77/CE del Consiglio del Parlamento Europeo pone l'obiettivo di produrre il 22% dell'energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2010. Tali principi sono stati ribaditi nella recente versione del "Libro Verde" dell' 8 marzo 2006.

Andando a vedere cosa è stato possibile fare dal 2000 in poi con le disponibilità di bilancio regionale e del Programma Docup OB2 2000 - 2006 si può affermare che in Veneto sono stati raggiunti risultati lusinghieri utilizzando i fondi regionali annuali previsti dalla L.R. 25/2000, pari mediamente a 2 milioni di euro, per la realizzazione di progetti pilota nel campo delle fonti rinnovabili ed impegnando tutti i 18 milioni di euro assegnati alla misura 2.2 "Investimenti di carattere energetico" del Docup OB2 2000 - 2006.

In particolare per quanto riguarda i fondi strutturali Comunitari sono stati ammessi a finanziamento 61 progetti su 103 domande presentate. Di quelli ammessi 42 sono in aree Obiettivo 2 mentre 19 in aree Phasing Out .

Il contributo complessivo di circa 18 milioni di euro che equivale ad una intensità media del 50%, ha mobilitato investimenti per più di 40 milioni di euro. 
Le intensità di aiuto per le tipologie d'intervento proposte da enti pubblici o loro consorzi ed ammesse a contributo, sono state le seguenti:

A1. impianti di produzione di calore alimentati a biomasse lignocellulosiche anche connesse a reti di teleriscaldamento 50%;

A2. impianti idroelettrici ad "acqua fluente" fino a 10 MW 30%;

A3. impianti solari attivi ivi compresi solare termico, fotovoltaico ed impianti eolici 50% e 100% in caso di edifici isolati autosufficienti;

A4. impianti per l'utilizzazione delle risorse geotermiche 50%;

B1. impianti di produzione combinata di energia elettrica e calore 30%; se alimentati ad olio vegetale 50%;

B3. reti pubbliche di teleriscaldamento 50%;

 

La suddivisione per provincia delle tipologie progettuali proposte ha determinato la seguente distribuzione:

 

VENEZIA

A1. n. 1

A2. n. 0

A3. n.1

A4. n. 0

B1. n. 0

B3. n. 1

PADOVA

A1. n. 1

A2. n. 0

A3. n. 0

A4.n. 0

B1. n. 2

B3. n. 3

ROVIGO

A1. n. 0

A2. n. O

A3. n. 2

A4. n. 0

B1. n. 0

B3. n. 0

VICENZA

A1. n. 1

A2. n. 5

A3. n. 3

A4. n. 1

B1. n. 0

B3. n. 0

VERONA

A1. n. 1

A2. n. 0

A3. n. 2

A4. n. 0

B1. n. 0

B3. n. 0

TREVISO

A1. n. 0

A2. n. 2

A3. n. 1

A4. n. 0

B1. n. 0

B3. n. 0

BELLUNO

A1. n. 0

A2. n. 14

A3. n. 19

A4. n. 0

B1. n. 0

83. n. 1

 

DOCUP OB2 2000-2006 mis. 2.2
Investimenti di carattere energetico

  • A1. impianti a biomasse legnose        ***

  • A2. impianti idroelettrici                       ************

  • A3. impianti solari attivi                       ***************

  • A4. impianti geotermici                       *

  • B1. cogenerazione a olio vegetale     **

  • B3. reti di teleriscaldamento              ****

 

La potenza installata complessiva è di 9 MW, mentre quella idroelettrica raggiunge il valore di 4,5 MW. Dalle sole nuove centraline idroelettriche installate si otterrà una produzione annua di 14.000 MWh con un risparmio di 3.500 TEP (tonnellate equivalenti di petrolio) e le emissioni evitate di CO2 saranno pari a circa 9.800 tonnellate annue. 

Le principali difficoltà incontrate dai proponenti sono state la disponibilità della quota di investimento non coperta dal contributo, le procedure autorizzative per gli impianti soggetti a valutazione di impatto ambientale, la gestione di inusuali appalti di lavori e di forniture di impianti e la successiva gestione degli impianti.

 Si può quindi concludere ritenendo che la positiva esperienza fin qui condotta merita di poter proseguire con il sostegno di un maggior impegno finanziario ed il contributo del già qualificato supporto tecnico degli operatori del settore.

 

 Dott. Ing. Alberto Brunetti - 17.07.2006

 

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