Legge Regionale "Casa Ecologica"

Pubblicata nel BUR 25 del 13/03/2007 la  Legge Regionale n. 4 del 09 marzo 2007 che incentiva la realizzazione nel territorio regionale di edifici pubblici e privati costruiti secondo i criteri della bioedilizia e della massima compatibilità ambientale.

La legge mette in campo un milione di euro l’anno per il triennio 2007-2009 per contribuire alla realizzazione di nuove costruzioni o al recupero di edifici esistenti che attuino forme di risparmio energetico, utilizzino fonti energetiche rinnovabili, riutilizzino le acque piovane, impieghino materiali naturali a basso impatto ambientale e/o riutilizzabili e che, infine, recuperino anche particolari tipologie costruttive o elementi architettonici caratteristici dell’ambiente veneto.

Oltre ai contributi diretti la legge prevede anche azioni di promozione nei confronti delle imprese tramite concorsi di idee, iniziative di ricerca e formazione promosse in collaborazione con le università o altri soggetti scientifici e tecnici titolati, e agevolazioni per le cooperative edilizie e le aziende che si specializzano nella bioedilizia.

Per essere operativa è necessaria l'approvazione da parte della Giunta delle Linee Guida.


Commento di SuperP

Veneto: legge sulla sostenibilità in edilizia, o meglio sulla bioedilizia

Pubblico qui sotto la lettera che ho scritto ai politici della regione Veneto, a commento della legge, che per me, è da rivedere.

Gentile Presidente, Vice Presidente, Assessore e Dirigenti,
sono un giovane ingegnere specializzato nella progettazione architettonica ed impiantistica di edifici a basso consumo. Sono molto sensibile alle tematiche del risparmio energetico, e tra le mie iniziative c'è anche il mio blog (+ di 3000 visite alla settimana) nel quale ho cerco di sensibilizzare i cittadini sul risparmio e l'efficienza energetica in edilizia. Nonostante la mia residenza sia in Lombardia, opero esclusivamente nella provincia di Verona e per questo ho da subito analizzato la legge regionale in oggetto.
Sperando di dare un contributo serio su tale argomento, sono a farvi delle critiche costruttive.
E' a mio avviso improprio usare il termine sostenibilità affinacato alla bioedilizia. Sostenibile è ad esempio, un prodotto che nell'arco della propria vita utile permette saldo positivo di energia, ossia l'energia con lui risparmiata è maggiore dell'energia utilizzata per estrarlo, produrlo, trasformarlo, trasportarlo, posarlo e riciclarlo e dismetterlo. Da questo punto di vista tutti gli isolanti sono sostenibili, nessuno escluso.
Non vedo e non capisco come mai ci si ostini su ciò che abbia come prefisso la parola "bio". Sarà la moda? Molto di bene si può dire della bioedilizia/bioarchitettura, anche perchè si appropria di aspetti (qualità, sicurezza, igiene), prestazioni (termiche, acustiche e igieniche) e metodologie (orientamenti e forme degli edifici e dei locali, uso razionale di energia e integrazione di fonti rinnovabili) che in realtà non sono esclusivamente "bio" ma dovrebbero essere alla base della buona progettazione e costruzione. Niente quindi di + sbagliato di attribuire alla bioedilizia e bioarchitettura la paternità del buon costruire, paragonandola all'edilizia tradizionale (che da 30 anni ad oggi non è cambiata) che anche a mio avviso ha molta strada da fare verso l'efficienza. Ma ciò non giustifica che la Regione, invece di favorire la costruzione di edifici veramente efficienti si concentri sui criteri della bioedilizia. E a poco serve il paragone con i paesi del nord europa. Tale paragone è purtroppo sempre portato avanti da chi, ciecamente, non riconosce che il nostro clima mediterraneo è talmente differente dal clima nordeuropeo da non poter permettere di trasportare, senza conseguenze, le modalità costruttive loro nei nostri territori.
Sia ben chiaro che io, come progettista e soprattutto tecnico, conoscitore delle caratteristiche fisiche degli edifici, sono favorevole ad esempio all'uso ad esempio di abitazioni massive in legno, di materiali isolanti di stampo naturale e all'uso delle rinnovabili (solare soprattutto), ma ciò non toglie che l'impronta della legge sia, a mio avviso, da rivedere.
Faccio una mia proposta, e sono a disposizione eventualmente per approfondirla con Voi.
Perchè con le linee guida da emanare e non si corregge il tiro e si punta alla costruzione di edifici efficienti sotto tutti e 5 i punti di vista (che pochi considerano unitamente): riscaldamento, illuminazione, acqua calda sanitaria, ventilazione e condizionamento. Perchè non dare un incentivo ad edifici virtuosi, con consumi calcolati (sulla base della normativa tecnica vigente) molto bassi, da verificare poi nei primi anni di esercizio? Oppure ancora meglio, perchè non recepire la direttiva 2002/91/CE realizzando una procedura di certificazione completa (appoggiandosi magari alla metodologia BestClass) e incentivare solamente gli edifici al di sotto di una certa prestazione? Questa è stata la strategia vincente di una provincia autonoma, alla quale tutti guardiamo con interesse, ma che, diversamente dalla Regione Veneto non ha chiuso la porta a materiali sintetici e tecnologie costruttive non proprie della bioedilizia (ma altrettanto se non di + efficienti). Questa il percorso da seguire...

Sperando di aver dato un contributo per una riflessione da parte vostra, in attesa di riscontri, porgo distinti saluti.